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Valtènesi: il Mediterraneo lombardo

Il progetto Cantiniamo 2019 continua e questa volta vi porto in Valtènesi nella zona sud occidentale del lago di Garda in provincia di Brescia.

Geologicamente parlando siamo in una zona molto speciale della Lombardia perchè la Valtènesi grazie al suo suolo di origine morenica, la conformazione del territorio e all’influenza del lago crea un microclima molto simile a quello che potete trovare lungo le coste del sud Italia. Non a caso anche qui crescono ulivi e piante di agrumi.

Proprio per la conformazione del sottosuolo, meno compatto e quindi più drenante, è ideale per ottenere un ottimo stato di maturazione delle uve e quindi vini dal bouquet intenso, complesso e tipico.

Ma veniamo alla giornata trascorsa in Valtènesi… questa volta abbiamo deciso di cambiare un po’ il format e invece di limitare la visita ad una sola cantina, come successe in Oltrepo’ con Calatroni, questa volta abbiamo deciso di conoscere 3 aziende in un giorno solo.

Ma non solo, abbiamo anche pensato che sarebbe stato bello coinvolgere nelle visite anche altri appassionati e quindi tra amici di vecchia data e nuovi amici conosciuti grazie a Instagram ci siamo trovati ad essere ben 10 winelovers ansiosi di scoprire questo territorio.

Come dicevo, tre cantine da scoprire per cercare di capire un territorio, quindi grazie anche ai consigli del mio amico Andrea Fontana (degustatore ufficiale per Slow Wine) ho scelto:

 

Non voglio parlare dei vini che abbiamo degustato perchè per ognuno di loro servirebbe un articolo (e probabilmente lo farò su Instagram), qui voglio parlare di Paolo (Pasini), di Vincenzo (Bertola) e di Enrico (Di Martino) rispettivamente i proprietari di Pasini San Giovanni, Pratello e Cascina Belmonte.

Tre uomini che ci hanno fatto capire molto della Valtènesi. Tre uomini molto diversi tra loro ma che alla fine abbiamo scoperto essere molto uniti. Uniti dal territorio, ma soprattutto dal rispetto e la stima che ognuno di loro prova per gli altri, questa a mio avviso è stata una delle cose più belle dell’intera giornata.

 

Paolo Pasini
Paolo Pasini (Pasini San Giovanni)

Se dovessi descrivere Paolo con una sola parola direi senza dubbio “impeccabile”: mai una frase fuori posto, una risposta pronta ed esaustiva ad ogni domanda posta, ma soprattutto quando parla dei suoi vini non accetta scorciatoie e per tanto ogni bottiglia DEVE rispecchiare il territorio (vedi l’utilizzo dell’Erbamat a discapito dello Chardonnay per il Ceppo 326…ma di questo ne riparleremo in altra sede). Paolo inizia mostrandoci esternamente l’azienda partendo dal “vigneto sospeso” un’opera d’arte (realizzata dalla sorella) che vuole rappresentare un ettaro di vigneto. Ogni vigna è realizzata con un tubetto legavigna in plastica rossa (reciclata al 70%) lungo 3m proprio come un vigna dalle radici alla punta della pianta. Nella corte dell’azienda, sotto al vigneto sospeso vi sono degli ulivi a simboleggiare la convivenza tra le due colture. Questo ci fa capire subito quanta attenzione e amore provano per il loro lavoro e per il loro territorio.

 

Pratello
Vincenzo Bertola (Pratello)

Se dovessi fare lo stesso gioco (descriverlo con una parola) con Vincenzo direi: “inarrestabile”. Andate a trovarlo e capirete cosa intendo. Non dite che siete sommelier però mi raccomando! 😀 A parte gli scherzi, Vincenzo è senza dubbio un vignaiolo che ha ben in mente ciò che debbano esprimere i suoi vini e per fare questo sperimenta. Vi dico che quando siamo stati da lui ci ha fatto assaggiare direttamente da botte un calice di Syrah…vino che non venderà mai ma che gli servirà per imboccare nuove strade, oppure no. Chi lo sa! Vincenzo è apparso a tutti noi come una persona dal carattere forte, precisa, e dalle idee ben chiare…i suoi vini sono porprio come lui: netti ed espressivi. Tanto di cappello!

 

Cascina Belmonte
Enrico Di Martino (Cascina Belmonte)

Concludo con Enrico lo “stoico”. 🙂 Vignaiolo di prima generazione, e questo già mi piace. Lui è partito da zero: nessuno alle spalle che gli abbia tramandato una storia, un consiglio, una cantina! Sì lui è il primo e come tale sta creando tutto da zero. Tant’è che non ha ancora e una vera propria cantina ma ciò nonostante quando assaggiamo i suoi vini capiamo che è solo questione di tempo. Ragazzi andate a trovare Enrico e fatevi coinvolgere dalla sua forza di volontà, dalla sua tenacia e soprattutto dalla sua simpatia. Ma non dimenticatevi di bere i suoi vini perchè anche se non ha tutto a portata di mano, ma anzi è tutto sparso un po’ qua e un po’ là nella sua proprietà non gli manca nulla per produrre vini di altissimo (e non sto esagerando) livello.

L’ultimo capoverso di questo articolo lo dedico per ringraziare gli amici che hanno condiviso con me la giornata, grazie: Giorgio, Alessandro, Fabio, Beatrice, Astrid, Emanuele, Daniel, Manuel. Un grazie speciale a Rodolfo che mi ha aiutato (come sempre fa e non si sa il perchè! 😀 ) ad organizzare tutto. 




Calatroni…non ci sono paragoni!

Il progetto #CANTINIAMO parte da una splendida realtà dell’Oltrepò Pavese, più precisamente da Montecalvo Versiggia (PV) a Santa Maria della Versa, dall’Azienda Agricola Calatroni.

Ho bevuto per la prima volta i vini di Calatroni circa due anni fa durante una cena per la presentazione della guida Slow Wine e da allora non ho più potuto farne a meno. Per questo ero felicissimo di iniziare CANTINIAMO con loro. 🙂

Al nostro arrivo subito veniamo accolti da Cristian (Calatroni), lui insieme a suo fratello Stefano portano avanti l’azienda di famiglia nata nel 1964 quando il loro nonno, mezzadro, decide di acquistare quelle stesse terre su cui lavorava e che ora sono diventate solo una piccola percentuale dei 21ha dell’azienda. A completare la squadra c’è il padre Fausto che continua ad aiutare nel lavoro in vigna e la madre Marisa che porta avanti l’agriturismo Il Calice dei Cherubini adiacente alla cantina. E poi tutti i collaboratori che Cristian ci elenca orgoglioso.

Cristian Calatroni

Il tour comincia passeggiando tra i vigneti dell’azienda e Cristian inizia a farci percepire tutta la passione, l’amore e aggiungo io la competenza che dimostra per il suo lavoro. Ci racconta la storia di famiglia, la storia dell’Oltrepò e dei suoi terreni e tutte le caratteristiche che lo contraddistinguono facendoci venire una grande invidia per il suo territorio, ma questo succede sempre quando incontri qualcuno che ama ciò che fa ed è fiero delle proprie scelte. Sì perchè Cristian ci racconta che l’azienda famigliare hai sì i suoi vantaggi, ma di contro c’è che bisogna scontrarsi con le vecchie generazioni quando si vuole intraprendere un percorso nuovo, diverso, un percorso che ogni enologo vuole per i propri vini.

Assaggiando in nuovi CRU
Barrique Tonnellerie Stockinger

Appena cominciamo ad assaggiare i nuovi CRU (che saranno pronti dal 2021) ci schieriamo subito dalla sua parte, in particolar modo l’impronta che vuole dare, o meglio, che cerca di dare anno dopo anno per arrivare al SUO Metodo Classico, a ciò che per lui DEVE essere un vino di questo territorio.

Sala Agriturismo Il Calice dei Cherubini

Finita la visita ci accomodiamo nell’agriturismo dove parliamo un po’ anche con Stefano e capiamo subito che i due fratelli si sono divisi sapientemenete i lavori: Cristian è uomo da vigna, Stefano invece è il biglietto da visita dell’azienda è lui che macina km per far conoscere al mondo i vini del fratello. Bravissimi!

Invito tutti ad andare a trovarli e a godere dei loro vini.